La birra dell’Università, opera dagli studenti di Udine

Sarà prodotta dagli studenti la nuova “Birra dell’Università” di Udine,risultato di un progetto didattico avviato grazie alla collaborazione con Baladin di Piozzo (Cn), il più prestigioso birrificio artigianale presente in Italia. La birra, del tipo Amber Ale, verrà imbottigliata il 24 maggio e, dopo una decina di giorni di rifermentazione in bottiglia, sarà pronta a giugno per il consumo.

La “Birra dell’Università” si potrà poi acquistare presso l’Azienda agraria dell’Ateneo friulano o degustare in due locali storici di Udine, l’Osteria PieriMortadele e l’Antica Osteria Da Pozzo.

La “Birra dell’Università” non sarà una birra standardizzata, sempre uguale a se stessa. Al contrario, l’obiettivo è di produrre birre diverse, di anno accademico in anno accademico, per caratteristiche compositive, di immagine, di materie prime: tali, insomma, da poter essere abbinate alle diverse coorti di studenti coinvolti nella formulazione e caratterizzate da una variabilità che sarà il frutto delle competenze tecnologiche e della creatività degli studenti stessi.

Il progetto didattico è stato avviato quest’anno con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di studenti dei corsi di laurea in Scienze e tecnologie alimentari e Viticoltura ed enologia del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a), che il 18 e 19 aprile scorsi hanno partecipato alla cotta per la produzione della prima “Birra dell’Università” presso il birrificio Baladin.

«Alla base del progetto – spiega Stefano Buiatti, docente di Tecnologia della birra – c’è la volontà di rendere gli studenti parte attiva sia nelle fasi esecutive, con la diretta partecipazione ai diversi momenti della produzione, ma anche da un punto di vista teorico. L’obiettivo è la valorizzazione del contributo che gli studenti come classe, in un lavoro di gruppo e coadiuvati dal docente, possono dare nella formulazione della ricetta della birra, attraverso un percorso didattico teorico-pratico e allo stesso tempo creativo».

Il progetto didattico per la produzione della “Birra dell’Università” di Udine sarà presentato giovedì 17 maggio alle 15, nell’aula 23 del polo scientifico di via delle Scienze 206, nel corso dell’incontro con Teo Musso, titolare del birrificio agricolo Baladin, e Stefano Bertoli, mastro birraio presso Baladin, già laureato in Scienze e tecnologie alimentari all’Università di Udine, dove per anni ha collaborato con Stefano Buiatti. Interverranno Paolo Ceccon, direttore del Di4a, Massimo Di Silverio, direttore generale dell’Università di Udine, e i docenti di tecnologia della birra Stefano Buiatti e Paolo Passaghe, PhD in Scienze degli alimenti e specializzato in brewing science.

«L’università di Udine – ricorda Buiatti – è stata la prima in Italia ad aver attivato, quasi quaranta anni fa, un corso di Tecnologia della birra. Nel corso degli anni, si è dotata anche di un impianto sperimentale per la produzione, con finalità didattiche e di ricerca, e di una micro malteria della capacità di 500 chili che rappresenta un unicum per la realtà accademica italiana». Questo a sottolineare il forte legame che Udine ha storicamente con la birra. «Potremmo definire Udine conclude Buiatti – bcapitale della birra in una terra di vino; una città che ebbe ben due stabilimenti birrari attivi in pieno centro, la fabbrica di birra Moretti e lo stabilimento della birra Dormisch, che hanno determinato nelle loro storie, lunghe oltre un secolo, un forte legame della città e del Friuli con la birra».

Teo Musso, entusiasta fin da subito di questa collaborazione, dice: «Bellissima l’emozione di poter fare un percorso con questi giovani tecnici che magari in un prossimo futuro potranno diventare dei mastri birrai. Una mia ambizione è di contribuire a creare cultura e sono felice che l’Università di Udine ci abbia coinvolti in questo progetto».

La ricetta della prima “Birra dell’Università” ha utilizzato solo luppoli e malti d’orzo italiani coltivati da Baladin, ma anche con orzo prodotto e maltato dall’Ateneo di Udine. Essendo rifermentata in bottiglia, si tratta di un prodotto vivo, il cui gusto ha un’evoluzione nel tempo.

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