Ma il bello della giornata di Chef in Green del 5 novembre tra Castello e Club house di Tolcinasco, non si limita al gioco, elemento che coinvolge veramente tanto gli addetti alla ristorazione e specie gli chef che, con il loro lavoro operano all’interno di una cucina e che quindi gli spazi aperti, e per giunta belli come sono quelli dei golf, li affascinano e li rendono euforici, li fanno stare bene assieme, li coinvolgono. Poi, noi golfisti lo sappiamo, questa pallina che pensa di fare un po’ quel che vuole, che non segue molto i dettami che lo spirito creativo ed abituato ad addomesticare per il suo preciso fine, qualsiasi prodotto per renderlo secondo il suo estro e pensiero sino nel piatto…beh non è proprio detto che risponda a dovere, la pallina è capace di tirare brutti scherzi, di girare intorno alla buca di saltarla, non solo a loro neofiti, ma persino ai professionisti.
Quindi, come si diceva, ecco che la seconda parte della giornata è ricca di creatività perché gli chef che avevano deciso di firmare un piatto e che avevano preso accordi con lo chef residente, in questo caso Tommy, sono ormai in cucina e anche altri si aggiungono ad aiutarli e così si svolge la cena tra il passaggio di un piatto e l’altro.
All’aperitivo il gioco di shaker e misurini di Cristian Lodi con il suo aperitivo Il Conte Negroni sul Sofà: Gin Bankes, infuso di frutti rossi, Campari, Cinzano 1757 e sciroppo di Camomilla, poi il Prosciutto di Parma dolce….non è prosciutto crudo… è di Parma, il Gorgonzola al cucchiaio, di Arrigoni, meglio ai cucchiai che affondano perché non si può resistere a questa cremosità, ed il gelato allo Zafferano e Pistacchio Greco con un tocco di cioccolato che arriva sul carrettino di Merelli. Sempre pronti nella veranda gli assaggi di foie gras e di caffe della torrefazione Cannaregio di Venezia, che passa da combinazione di 8 differenti qualità di arabica selezionate al Cafè monorigine molto saporiti e fini, dalla vena acidula di frutta fresca tropicale ben equilibrata con il gusto tipico di cioccolato e spezie.
Quando i commensali sono serviti ecco Bernard Fournier, Chef patron del Ristorante Da Candida a Campione d’Italia, un raccolto ed elegante ristorante in cui si materializza l’incontro con il gusto e la raffinatezza della cucina francese, presentare il suo piatto: Uovo, crumble di pane, parmigiano Reggiano Vacche Rosse e pomodoro, semplice, ma decisamente buono.
il secondo antipasto è opera di Francesco Manograsso, chef design giunto nel primo pomeriggio dal Palazzo di Varignana, sulle colline di Castel San Pietro Terme dove l’elegante ristorante è collocato nel più suggestivo edificio dell’Hotel. Qui fascino e bellezza accolgono l’angolo culinario più sofisticato. La scelta degli abbinamenti è stata meticolosa, legata al momento di stagione, quindi: Millefoglia di zucca laccata con il miele di castagno, ricotta di capra alla santoreggia e un letto di rapa rossa.
Profumi di Sicilia aleggiano nel piatto di Cristian Benvenuto del Ristorante La Filanda a Macherio. Un complesso storico, un tempo (intorno al 1700) una filanda con annessa locanda, poi il papà Lello Benvenuto apre il ristorante “La Filanda” portando in tavola i profumi e i sapori della sua Sicilia ed il figlio ne continua la tradizione, anche in questo piatto: Cannolo di Gambero.
Alle porte del Chianti il 25enne Giuseppe Lo Presti, gia pluripremiato, ama il pesce e anche di questo ci parla nel suo piatto:MoJito, battuta di mazzancolle, lime e menta, quenelle di paté di foie gras e perlage di aceto balsamico.
E poi eccoci con un nome importante per il suo significato Palato Italiano, infatti lo chef Filippo Sinisgalli, guida questo luogo che ha lo scopo di offrire non solo una grande cucina, ma sensazioni e lì, nel ristorante con sede a Bolzano, i prodotti enogastronomici del Made in Italy sono eccellenze e c’è anche quell’intimità, accoglienza ed esclusività che lo rendono speciale. Ha fatto presentare dalla sua sous Chef Rossella Rosciano il piatto davvero interessante nella sua costruzione: Ravioli del plin all’Alfredo, triplo burro, gelato sgranato alla salvia e sugo d’arrosto, tutti fatti a mano!
Arrivato dai monti, da Cervinia dove nel loro “Mare di Neve Sea food & Vegetarian Restaurant” all’interno dell’albergo Aux Pieds Du Roi, Alessandro Donadello e il suo aiutante, l’altro chef Christian Turra è rimasto lassù, hanno presentato un Risotto Riso Buono al limone, pomodorino del Piennolo, appena spedito da Angelo Gioli, e cappero disidratato, in un percorso gastronomico basato su una cucina sana e ricercata.
A chiudere i piatti ecco il: Filetto di rombo chiodato, in una vellutata di carota di Polignano, cicoriella dolce e cipolla di Acquaviva caramellata. È firmato dall’executif chef del Ristorante del circolo il “Tolcino” Tommaso Mandorino, giovane salentino, ma con già la sua storia anche presso il Marchesino alla Scala. Sempre attento al buon andamento nella cucina seguiva oltre al suo piatto che tutto andasse bene in cucina, credo ci fossero 15 tra chef aiuti e poi chiaramente i camerieri.
Ma avevamo promesso un dessert ed è giunto da Erbusco, Pasticceria Roberto nel centro del paese, un’accogliente cascina ristrutturata le cui sale ospitano il laboratorio e la caffetteria dove è possibile degustare le prelibate creazioni e godere dell’impeccabile servizio che Giovanni Cavalleri, e qui a rappresentarlo Matteo Cocchetti che ha firmato: L’oro in Millefoglie. Una delizia ricca di delicatezza che ha ben chiuso questa cena.
Poi, come tutte le gare, si giunge alla premiazione tanto attesa da chi se lo è meritato e mano mano si chiamano in sala per conferire loro il premio, gli chef, che amano ricevere set di coltelli o sifoni per le loro mousse dolci o salate, offerti da Trabo, prodotti d’alta gamma come lo zafferano Krokos Kozanis e l’Advotarago ellenico, materiali che loro utilizzano in cucina e che gli sponsor preparano per loro, mentre i giocatori, che li hanno accompagnati, hanno premi da golfisti, in questo preciso caso i bellissimi oggetti offerti da Villa D’Este Home Tivoli che ha seguito il circuito dall’inizio, ponendo sempre all’attenzione quei colori della linea The Jungle per apparecchiare la tavola, anche nel proprio giardino.
Un premio interessante viene deciso r sorteggiato tra i commensali ed è un Gilet della Capit. Stiamo andando verso le temperature più fresche quindi avere un capo che ti può riscaldare ad altezza reni e dorso e pure davanti, in tre diverse temperature, penso sia proprio interessante anche perché è di linea bella slanciata e sobrio nel colore.
Ma certo uno sponsor come Thai non poteva che portare un bel viaggio in quella lontana penisola, ma non uno, ben due sono quindi i fortunati che il biglietto consegnato a tavola ha premiato.
Il primo, il signor Stilo, figlio del proprietario del golf… la fortuna, che dire! Ha gradito con un bel sorriso il biglietto del viaggio per che la Thai ha offerto per Bangkok, lo chef Tano Simonato non è riuscito a contenere la sua gioia, aveva già vinto come chef giocatore con il suo team, ma certo non pensava che la dea bendata gli riservasse anche il viaggio in Tailandia, offerto sempre dalla Thai presente nel pomeriggio alla serra e la sera a cena.
Una conclusione di questa bella giornata con tanti premi che assieme ai piatti degli chef hanno reso questa chiusura di circuito Chef in Green una vera festa per tutti.
Al prossimo anno allora con sempre più addetti alla ristorazione che cominceranno a calcare i fairways e districarsi con i ferri da golf lasciando per un po’ quelli da cucina.