Quando la passione traspare

A volte s’incontrano persone la cui passione traspare immediata, come fossero bottiglie di cristallo che lasciano vedere il loro contenuto. Di Antonio Michael Zaccheo forse non era così semplice percepire sino in fondo di che liquido fosse piena la sua bottiglia, ma che dentro ci fosse del buono, lo abbiamo subito notato. Bianca invece sua moglie, deliziosa signora, si vede che ne è presa e alle domande su come vivono questa vita tra Toscana e Stati Uniti, dove partono per far conoscere i loro prodotti, lei lo guarda con occhi illuminati e… beh non c’è bisogno di risposta!

Lei è di origini italiane e spagnole, ma l’infanzia e gli studi li ha fatti in Germania e poi in giro per il mondo ad occuparsi di eccellenze del buon gusto italiano. Una miscela esplosiva di gioiosa vitalità, insieme sono i perfetti padroni di casa in Toscana, nella Tenuta di Montepulciano dove vivono con Anton, lui della giovanissima generazione, 19 anni studia da viticoltore di domani e d’estate stager in giro per il mondo a raccontare i vini di famiglia.

La loro casa, nella parte più antica della Tenuta, è aperta sempre ad amici e ospiti in arrivo da tutto il mondo. Amanti della buona cucina, e con barbeque e camini sparsi ovunque, anche se per la griglia scelgono quello con vista sui vigneti. La gara è provare ogni giorno l’abbinamento migliore per quei rossi magnifici che si producono qui. Anche se la bistecca di chianina resta il più indovinato.

Mikke, così viene chiamato in famiglia, i primi passi li ha mossi proprio tra le viti. E anche se, come ci racconta, non inzuppava i biscotti nel vino invece che nel latte, giocava però a nascondino tra le botti, ma a 19 anni parte per gli Stati Uniti, dove studia marketing e finanza alla San Francisco State University e poi un Master all’Università della California. Il legame con la terra e col vino però è sempre forte, si specializza in agribusiness e per 5 anni lavora nella Wente Vineyards in California prima di tornare all’ovile.

La passione per la terra, il gusto di fare grandi vini, rossi da lungo affinamento soprattutto, li ha respirati fin da bambino. Oggi vive nella Tenuta di Montepulciano, della Carpineto, laddove si produce quel Nobile Riserva unico Nobile presente, e per più anni di seguito, nel TOP 100 dei migliori vini del mondo stilata da Wine Spectator, e gira il mondo per incontrare buyers e fare degustazioni. Una tenuta grandiosa, curatissima, sembra un vero giardino.

Con la sorella Francesca, Caterina ed Elisabetta Sacchet, rappresenta la giovane generazione della Carpineto, azienda icona della Toscana vinicola con cinque tenute nei territori più vocati per i grandi rossi. E tutto parte dal papà Antonio Mario Zaccheo che, giovanissimo decide di lasciare i vigneti che circondavano la masseria di suo padre che si occupava di vino, ma in Puglia e, con il suo migliore amico, Giovanni Carlo Sacchet, entrambi con lo sguardo rivolto al futuro, sceglie il Chianti per dare avvio alla Carpineto e mette su famiglia tra la Toscana e il Lazio.

La Tenuta di 184 ettari, che gira a piedi, stivali di gomma e jeans, cammina tra le viti, controlla, parla con l’agronomo, è ormai la sua vita.

Fortemente pragmatico, il sorriso comunicativo e una determinazione risoluta mista ad altrettanto ottimismo, fanno sì che nelle relazioni e nel mercato internazionali Carpineto oggi, anche proprio grazie a Mikke, che in particolare cura i grandi mercati esteri, rappresenti un caso modello con l’export in continua crescita e la conquista di nuovi mercati. Ormai è uno stile che ha una serie di valenze.

Stile Carpineto” vuol dire: profumi e sapori puliti e ben definiti, sensazioni morbide e vellutate, non determinate da residui zuccherini, longevità. Tutto questo deriva da l’adozione di moderne tecniche agricole per gli interventi, sia sulla vite che per la lavorazione dei terreni, dai trattamenti fitosanitari ecocompatibili, condotti con l’oculatezza determinata dalla conoscenza dei fenomeni derivanti dagl’interventi e una grande attenzione per la salvaguardia della biodiversità. Ma non solo perché ormai si deve fare attenzione ad ogni piccolo particolare della fase di produzione per mantenere sempre il giusto equilibrio tra la qualità e sanità delle uve e il risultato che si desidera raggiungere.

  • Si articolano così ben quattro Appodiat: di Dudda, a Greve in Chianti, dove si produce un Chianti Classico Docg, sede originaria dell’azienda, situata sui colli a un’altezza di 300 metri; di Gavorrano, nell’alta Maremma, nella denominazione del Monteregio, dove si sviluppa la tenuta di Valcolomba, con i suoi 165 ettari di terren; di Gaville, situata sulla cima di un colle a 300 metri sul livello del mare, nei pressi del villaggio Etrusco di Gaville, questa antica proprietà, costituita da oliveti e vigneti, guarda la valle dell’Arno verso sud e la regione del Chianti Classico verso nord, e un Appodiato di Montepulciano tra le dolci colline del Vino Nobile di Montepulciano, ove si trovano 184 splendidi ettari di terreno dedicati a vigneto, oliveto e seminativi. Di questi, 84, 50 ettari sono piantati con nuovi cloni di Sangiovese ed altre varietà, per la produzione di vini da lungo invecchiamento e per la produzione degli “Appodiati”, da singoli vigneti.
  • Quindi l’Appodiato di Montalcino che è una delle più alte della denominazione a circa 500 metri sul livello del mare.
    Gli antichi casali in pietra di inizio ‘800 sono circondati da oltre 10 ha di vigneto piantati a sangiovese grosso in piena vista della fortezza di Montalcino, da uno storico uliveto e da un fitto bosco di macchia mediterranea che protegge dai venti umidi e caldi provenienti dalla Maremma. Allora ecco che questa posizione panoramica e ventilata, dona ai vini di questa tenuta di 53 ha un microclima unico che conferisce al Brunello intensi e complessi profumi di frutta di bosco, ciliegia e spezie mediterranee supportati da una bella freschezza, eleganza, bella struttura e grande longevità.

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