Giocolieri? Si in cucina e forse sul green.

Il cerchio si è chiuso, ma molto bene, come si suol dire … in bellezza!

Gli Chef presenti hanno dato prova di apprezzare questo format che li porta per un giorno a lasciarsi andare provando a concentrarsi su una pallina che deve andare in una piccola buca con la forza della loro precisione. Loro la precisione e la concentrazione l’hanno sempre nel loro fare, quindi!

Si perché il 28 ottobre al Tolcinasco Golf Country Club &Spa il format Chef in Green ha concluso la serie di eventi con tantissimi chef entusiasti e molti selezionati produttori.

Una bella storia fatta di pagine di simpatia perché vedi chef che non si conoscono, di varie regioni, di varie provenienze che s’incontrano magari solo quando il maestro di golf del team di Tolcinasco mette loro in mano un ferro strano, un ferro diverso da quello a cui sono avvezzi, oppure s’incontrano all’arrivo mentre sorseggiano un caffè al bar della Club House. Bello perché sono in un contesto che predispone all’incontro, avendo avuto poi in quella specifica giornata sole e caldo, non normali a fine ottobre.

Così si iniziano i contatti tra loro. “Tu che cucina fai? Beh no io ho una piccola gelateria fuori Milano, il direttore di Golf&Gusto mi ha conosciuto a Host e mi ha invitato a inserirmi in questo mondo verde”. Ah si, sei Riva che ha vinto per il miglior gelato!”

Ed ecco che i messaggi passano e si allargano i contatti e le amicizie. All’arrivo si presentano, molti li conosco di vista, già incontrati più volte a Identità Golose o nei vari eventi che frequento come giornalista, altri solo un volto, non sempre attualissimo su FB. Difficile a volte riconoscerli…in borghese! Per quello chiedo loro, dopo aver preso un caffe, di mettersi la divisa, ad alcuni che me l’hanno chiesto per tempo è arrivata la giacca che la Ditta Giblor’s  prepara con il nostro logo e quello del loro distributore Promo Wear, gli altri o l’hanno già ricevuta in precedenti eventi o mettono la loro.

Spiego che così i soci del golf sapranno riconoscerli. Ma poi così è molto bello poter ammirare un putting green di allenamento con tutte queste giacche bianche, un bel colpo d’occhio!

inizia così la giornata di contaminazione tra il golf ed il mondo della buona cucina, della tavola, del gusto come dice il pay off di Chef in Green: il gusto del gioco, il gioco del gusto.

Mentre i produttori prescelti per essere presenti a questo evento ed avere quindi il piacere d’incontrare gli chef rilassati, preparano i loro desk per le degustazioni, Laura Mantegazza che mi stupisce subito, infatti presentandogli due chef cinesi per la prima volta con noi, il prossimo anno cucineranno un piatto del Mu Dim Sum di Milano, tranquilla proferisce strane parole che loro capiscono, e mi dice “Roberta io parlo cinese!”

Grande Laura che con il suo team di maestri prende in mano tutti gli chef arrivati ed inizia a parlare loro di golf, di putter, di pendenze, di linee e di tiri. Si perché la formula per questa gara è una louisiana un po’ rivista. Non essendo giocatori, quindi senza come si dice in gergo golfistico, handicap, possono puttare, cioè cercare con il minor numero di colpi possibili di mettere la pallina in buca. Il loro compagno di gioco, che il direttore ha abbinato ad ognuno, ha giocato gli altri ferri che ha in sacca. Il Regolamento previsto è: i giocatori tirano i loro swing o approcci solo fino al green, giunti lì cedono il loro putter, quel ferro particolare, allo chef che cercherà con le dritte del compagno esperto, di metter quella piccola pallina in buca, creando quindi uno score possibile di vittoria.

Seguendo il programma, dopo la lezione che è durata, visto che la polenta non era pronta, più di una ora, eccoli arrivare in Club House già gasati e pronti alla sfida con gli altri chef presenti. Un assaggio ed una chiacchiera interessante con i produttori e quindi un piatto di polenta di Mais Spinato di Gaudino, cotta all’aperto in un paiolo, e un buon erborinato Berghem Blu, gorgonzola dolce del nostro partner Arrigoni Formaggi che ha appena ricevuto la nomination alll’Italian Cheese Award’s 2019 a Verona.

Sembrano molto carichi e dopo un caffè se ne partono, a seconda dell’abbinamento fatto da Franco Sfregola, il direttore del Golf, verso le diverse buche per uno shot gun, formula che permette il rientro a quasi tutti i team partiti, in contemporanea. Sul percorso, a seconda, alcuni provano anche lo swing sotto lo sguardo attento del compagno giocatore, alcuni hanno qualche buon feeling, ma il punto forte e battersi con il team con cui stanno facendo le nove buche per il miglior score.

Nel frattempo Cristiana Casotti, la nostra fotografa esperta di tanti anni di golf, gira per cogliere i momenti più interessanti e Roberto Fazio per portare loro l’acqua Oaza per dissetarli.

Al rientro , potete notare dalle foto allegate, il divertimento aveva toccato un bel apice, e molto bravi erano tornati in tempi perfetti. Si rinnovano le chiacchiere specie raccontando le proprie imprese sul campo, s’incontrano più approfonditamente i produttori e per i giocatori, dopo gli assaggi, anche qualche acquisto.

Grande successo delle Delizie di Alice, beh il dolce è sempre molto gradito dopo una fatica ma più tardi, dopo un intermezzo corto, ma simpatico di Lilli si passerà all’aperitivo. Lilli, una cagnolina che con il suo istruttore ci fa vedere come si deve procedere per fare la differenziata, lezione che ci ricorda che sta proprio a noi, in un piccolo sforzo, che può fare anche un cagnolino, di proteggere il nostro paese, la nostra terra dall’inquinamento.

Alice ed i suoi dolci erano fonte di incontro, una storia legata al pittore Moroni, quindi i Moroncelli della città di Albino e i preparati per dolci. Il Mais Spinato, dopo la polenta, presentava una serie di gallette oltre chiaramente alla farina di mais ed ai dolci semplici, ma schietti.

Deliveristo aveva portato una serie di partner come: Agroittica Clarabella di Davide Massetti che per l’aperitivo ha preparato dei finger food che sono stati un bel trionfo, infatti il suo salmerino, la trota affumicata ed il resto sono stati apprezzati e gli chef molto interessati.

Vicino un grande formaggio il Montebore che ormai solo pochi produttori portano avanti e con noi c’era Cascina Boschetto. Davide Lucini di Gastronomie Italiane era in una tale posizione, con quello splendido albero come fondale… dalle salse alla colatura di Alici, un gran ben di Dio. Poi non potevano mancare i vini ed i fratelli Giambenini di Tenuta La Ca’, ne avevano portati sei tra rosè, bianchi e rossi… in degustazione e vendita, più lontano seppur un po timido, Domenico Buondioli, quarta generazione, che spiegava agli chef interessati le differenze dei prodotti in assaggio, Leccino, Ogliarola Garganica, Blend, denocciolato. Piu tardi, perché infortunato, era anche arrivato con qualche prodotto, Giorgio Bakacias, delle Eccellenze Elleniche, il loro Zafferano Greco Krokus Kozanis e la bottarga Avgotàrago, nonchè il pistacchio.

Dopo l’aperitivo offerto da Agroittica Clarabella con i suoi sapori del Lago d’Iseo ecco che si sarebbe passati alla premiazione per proseguire poi con la cena a più mani.

Tutti in attesa, anche se chi aveva vinto l’aveva capito subito, infatti Claudio Gatti, conosciuto nel mondo della gastronomia per la sua Focaccia di Tabiano, era arrivato tutto gasatissimo e felice perché aveva giocato in coppia con una bravissima signora Adriana, quindi si aspettava la vittoria o un buon piazzamento.

Primi infatti, pari merito il team di Daniele Massaro e Andrea Gerasolo a cui Federico Serafin ha consegnato i Bollitori della Smeg, serie nera, mentre Michele Zanella chef e Antonio Bello chef, hanno avuto i premi offerti da ISI, secondi Adriana Floare e Claudio Gatti con Gaetano Verrigni e Davide Garlaschè, per gli chef prodotti di Arcos, per i giocatori delle confezioni con prodotti dei partner. Non vi dico quando poi è stato consegnato il premio offerto da Luigi Palunbo, un bellissimo Putter, al minor numero di putt di uno chef, non la focaccia di Tabiano o i dolci della via Franchigena voleva tenere in mano e guai a chi glielo toccava… ormai era al settimo cielo. Grande Claudio e il suuo putter, chissà avremo un altro Claudio golfista dopo Sadler che anche lui lo scorso anno ha vinto il putter?

Per la cena a più mani vi do appuntamento su un’altra pagina di Chef in Green.

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