Dal Veneto al Friuli, un passo interessante

Nella sala, in cui i ciocchi strillano il loro rimpianto dei boschi vicini, si sono uniti due volti, due diverse idee, due diversi ristoranti in un menu interessante con dei vini di grande pregio.

Simone Gottardello, chef del Ristorante Evo di Bardolino, e Stefano Basello Chef del Fogolar 1905 di Udine che hanno, con la Tenuta Sant’Antonio, rallegrato la serata degli ospiti intervenuti.

Dopo un via vai di aperitivi interessanti si sono svelati i due pensieri abbastanza simili nelle scelte dei prodotti del territorio e della stagionalità, ma diversi per consistenza. Infatti ognuno di loro ha desiderato porre sul piatto il favorito e quindi siamo passati da una “spuma soffice di montagna con uova e pesci di lago” e un “risotto ai marroni con maialino e verze”, mentre da Udine si rispondeva con “ravioli di zucca e brodo di Montasio” e “faraona in tre servizi”, piatto particolare.

Interessante quindi poter avere così un’anticipazione del menu che il giovane Gottardello ci ha fatto assaggiare, in cui trapela quell’amore per la sua terra che è il Veneto, con i ricordi un po’ montanari della cucina di San Vito di Cadore. Ricordi che vuole portare con se nei piatti per non dimenticare, anche se i sistemi di cottura ormai appresi nel suo pur giovane peregrinare per crescere, lo hanno portato ad apprendere alla scuola da tanti nomi noti. Infatti dopo Castelfranco Veneto e le varie esperienze anche presso Casa Perbellini il suo passaggio all’attuale sede, dove vi è da tre anni, è il punto di partenza per una vita in cui questa passione che lo tiene in cucina, anche se ha da poco avuto un frugoletto che lo prenderà molto, ma il suo pensiero futuro è consolidare, in chiave giusta, la sua cucina pulita e di qualità e il legame al territorio, oltre a quel punto cardine che è la stagionalità.

 

Stefano invece ha scelto la zucca con un delizioso brodo di Montasio che con la sua salinità calmava il dolce della zucca. Ma il suo piatto preferito è la Faraona in tre servizi: un brodo, meglio un consommè per aprire le papille gustative, un quasi “filetto” con abbinato una lattuga croccante ed una coscetta caramellata.

Ha chiuso il tutto un dessert di Simone, una sorta di limone a sorpresa che l’olio Garda Dop “Viola” dischiude offrendo il suo interno dolce e burroso.

All’aperitivo si erano sbizzarriti con piccoli tocchi di diversi sapori, giusto per farci apprezzare la scelta dei vini che poneva Scaia come primo approccio a questa cantina, un Garganega e Chardonnay, avevamo potuto abbinare a baccalà mantecato, fagiolo Gaiet della Val Belluna, plaline di Montaso croccanti, gallina “Grisa della Lessinia”.

Un grande professionista Tiziano Castagnedi che, con simpatia, aveva mano mano presentati, in relazione ai piatti abbinati, le diverse anime della Tenuta Sant’Antonio. Ci aveva versato con la delicata spuma di patate un Soave Vigne Vecchie del 2016 con passaggio di 12 mesi in botte grande.

Il piatto di Gottardello, il risotto aveva avuto il piacere di sposarsi a un Valpolicella Superiore Ripasso Monte Garbi mentre, come ci si aspettava, l’Amarone della Valpolicella Selezione Antonio Castagnedi, era con la Faraona in Tre Servizi.

Anche se scherzando prima di salutarci ci ricordava che, quando si pensa al vino si deve iniziare dalla A, A di Amarone, in tavola, con il dessert firmato Simone Cottardello, il più piccolo calice prendeva quel colore particolare del Recioto della Valpolicella. Infatti il dessert, un limone croccante Orelys e Olio Garda Dop “Viola” ben si legava alla Corvina, Rondinella, Croatina e Oseleta di Argille Bianche che con l’appassimento di 4 mesi, senza alcuna pressatura è stato servito, come tutti gli altri vini, alla perfetta temperatura.

 

Una cena a più mani deliziosa, e come tutti questi eventi che vedono due brigate diverse al lavoro è sempre interessante cercare di scoprire, attraverso solo qualche piatto, le due anime che conducono e non facile avere, da solo pochi accenni, le idee chiare. Per questo il team di Stefano abbiamo avuto modo di scoprirlo in seguito, quello del giovane Simone… beh ad una seguente visita al suo Evo a Bardolino all’interno dell’Hotel Aqualux.

 

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