E… del caffè vogliamo parlarne?

Certo che l’ultima notizia arrivata che si vorrebbe acquistare anche la triestina Illy mi ha lasciato molto colpita. Come, la bevanda che più italiana non c’è nel suo modo di gustarla, l’espresso, la tazzina del mattino, del dopo pasto e della sera, vorrebbe anche quella diventare straniera?

Già sta per arrivare a Milano il colosso del caffè in bicchiere da portarsi in giro, Starbuks che, sfidando il nostro Lavazza, apre non solo in piazza Cordusio 2.500 metri quadrati, la caffetteria più grande d’Europa, ma si vuol confrontare in Piazza San Fedele con un Roastery proprio accanto al Flaghship store del marchio torinese!.

Il caffè, questa bevanda rimane la preferita dagli italiani e lo conferma un recente focus dell’Osservatorio Social Monitoring di Nomisma sviluppato in collaborazione con Datalytics che oltre a dichiararne le diverse proprietà, dice che fa anche molto bene, riduce la mortalità per le malattie cardiovascolari, patologie neurologiche e diabete di tipo 2.  Infatti a girare e vangare sui siti si scopre a volte che non se ne deve bere troppo, a volte che un consumo moderato di caffè è ottimo e tutto sembra dipendere dal ruolo chiave del magnesio, potassio antiossidanti, presenti nel caffè sotto forma di lignani e acido clorogenico. La combinazione di questi elementi, già di per sé ricchi di proprietà benefiche, associata a un’assunzione costante e regolare nel tempo, determina le virtù generali di questa bevanda, questo a detta dell’esperto del Cnr.

Comunque ora Illy lancia pure una sua ricetta per un bere ancora diverso, il caffè Cold Brew, “soddisfa la tua sete di freschezza” con un soft drink naturale, dal gusto fresco e dissetante, senza aggiunta di zuccheri e senza calorie, servito ai milanesi in Piazza Gae Aulenti, a partire dal 16 luglio con l’installazione site-specific che ha convertito la fontana della piazza in un bicchiere di caffè freddo dissetante, la nuova bevanda di tendenza. Il Cold Brew infatti, si pone perfettamente in linea con il boom dell’estrazione a freddo concorrente estivo del caffè in ghiaccio. Certo è diverso, ma poveri baristi se pensiamo a quanti modi in Italia viene servito il caffe, senza contare con quelli usati all’estero.

La passione degli italiani per il caffè è cosa nota in tutto il mondo. Quasi ogni paese ha il suo modo di berlo (caffè turco, greco, black coffee o semplicemente in bustine solubili), ma nel nostro paese ne esistono molti. Ve ne presentiamo: dieci modi di bere il caffè al bar.

1. Caffè 2. Corretto 3. Lungo 4. Ristretto o basso 5. Cappuccino 6.Macchiato 7. Mocaccino 8. Marocchino 9. Hag 10. Shakerato

Il normale caffè, detto anche “espresso”, è quello che viene servito quando al bar chiediamo: “Un caffè, per favore.” Poi se ascoltiamo bene sentirete le varie precisazioni che portano a questo elenco.

Corretto si ottiene dall’aggiunta direttamente nella tazzina di una dose, più o meno grande, di grappa o altro alcolico o superalcolico.

Ristretto è un caffè molto piccolo, a volte solo poche gocce.

Lungo si prepara aggiungendoci più acqua del solito ottenendo così un caffè con più caffeina di quello normale e se preparato in tazza grande si ottiene il caffè “americano”.

Cappuccino si prepara in tazza grande con caffè e latte montato a schiuma. Si beve quasi esclusivamente a colazione. Se il latte non viene montato e viene servito in un bicchiere di vetro, avremo il “caffellatte”.

Macchiato che deriva da un’antica usanza milanese, che consisteva nel diluire il caffè nel latte per farlo bere anche ai bambini. Viene servito nella tazzina.

Mocaccino sembra un piccolo cappuccino, ma in realtà è preparato con caffè, panna liquida e cacao ed è possibile berlo quasi esclusivamente a Torino.

Marocchino cappuccino con la cioccolata, talvolta servito con l’aggiunta di cacao in polvere. Viene preparato in un bicchiere di vetro, in modo da rendere visibili gli strati di caffè, cioccolata e schiuma di latte (il latte montato come quello del cappuccino).

Hag è quello senza caffeina.

Shakerato si prepara rendendo molto freddo il caffè con del ghiaccio. Può essere bevuto zuccherato o amaro.

Ed ora anche liquido, a bevanda per rinfrescarci con il Cold Brew Illy. Sembra che non sia di moda solo tra i Millennials. Per chi è ancora un po’ scettico rispetto alla longevità del fenomeno Cold Brew, per questo gusto e aroma che forse nel liquido un po’ si perde, si stanno in Milano convertendo anche i meno giovani e la frescura offerta dalla nuova bevanda supera il tempo e le abitudini.

Se pensiamo che già nel ‘600 il caffè si era confermato come la bevanda della modernità, della velocità, del dinamismo. Contraddistingueva la nuova borghesia emergente. La stessa che fondava tutto non sulla nascita ma sull’impresa. Sulla capacità di imprendere. E quindi sulla mobilità sociale.

Nei primi caffè che nacquero in Inghilterra, addirittura si stabilì per la prima volta che i Pari in inghilterra non avevano la precedenza, rispetto agli uomini del popolo. Semplicemente, chi arrivava per prima veniva servito per primo. Per quegli anni una cosa rivoluzionaria. Così nascevano i caffè letterari, in tutta Europa, si accendeva la fucina delle rivoluzioni borghesi. In Francia, il caffè Procope diventava una delle officine della Rivoluzione francese. Con Voltaire, che beveva 40 caffè al giorno, e i grandi enciclopedisti, il caffè vantava la fama della bevanda della velocità. In questo senso quindi, si opponeva alla cioccolata e all’alcol. Il caffè era l’anti alcol, ma anche l’anti cioccolata che era arrivata in Europa quasi contemporaneamente al caffè. Anche se non arrivava da Oriente, ma dalle Americhe.

Volevo solo ricordare il Caffè Florian (il più antico d’Italia) che è un simbolo per la città di Venezia ma forse, alcuni non sanno che nel tempo è cresciuto tanto da diventare un vero e proprio “marchio” che oggi esporta la sua filosofia, in Italia e all’estero, attraverso l’apertura di nuove sedi, distribuendo i prodotti del proprio brand in Boutique Coffee Shop, Retail Corner…
Inaugurato il 29 dicembre 1720, a Venezia il Florian ha visto avvicendarsi varie gestioni. L’ultima nel 2009 con il passaggio alla Florian Holding srl, di cui è presidente Andrea Formilli Fendi, figlio di Franca una delle sorelle che ha lanciato, a livello internazionale, la famosa maison di moda italiana, il Florian si lega alla storia del caffè, la “negra bevanda”, com’era chiamata un tempo, alla fine del ‘600. Le “botteghe da caffè” diventavano, nel XVIII secolo, luoghi dove non solo si potevano gustare prelibatezze come la cioccolata ed il caffè, ma anche spazi pubblici dove gli intellettuali si davano appuntamento. Ecco quindi l’idea del Florian, il più antico Caffè del mondo, assieme al Procope di Parigi, di sposare, ancora una volta, la tradizione, fatta di qualità di prodotti e di servizio ricercato, alla cultura, e in particolare anche all’arte contemporanea come avviene quando a Venezia l’Arte diventa il fulcro di mostre e l’attenzione del mondo nella Biennale di Architettura.

Ma con il caffè nei tempi si sono fatti anche tanti aperitivi e tante basi senza contare la sua entrata pochi anni fa anche in cucina. Ma ne parleremo in una altra puntata.

 

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