Modena, tra mascherine, green e …piatti!

Un Modena Golf da ricordare per un meteo veramente, e per fortuna, poco azzeccato e per un uso assai prolungato di mascherina.
Tutto in questo Modena Golf & Country Club è a norma Covid, ad ogni buca un dispenser per disinfettarsi e in club house l’uso della mascherina obbligatorio.  Ma per fortuna quando si è all’aperto questa mascherina, con la scritta di Chef in Green che noi offriamo quest’anno all’arrivo ai nostri chef e amici, ce la possiamo abbassare e togliere.
Come ho detto in apertura, forse quelli del meteo non si accorgono delle difficoltà che creano alle segreterie dei golf quando si allargano dando delle previsioni catastrofiche. Il telefono squilla in segreteria e il giocatore previsto in gara disdice la sua presenza.
Beh è stato così la domenica 30, un vero peccato perché dopo un po’ di pioggia è uscito il sole a scaldare moltissimo e permettere di giocare a chi ha tentato la sorte. Già, un esempio di quello che sta avvenendo un po’ in tutti i settori in questo anno martoriato da questo morbo che ci rovina la vita. Chi resiste muovendosi con attenzione, ma prosegue nel suo lavoro, rimane in vita, chi attende tempi migliori… beh sperando che arrivino… chissà!
Ma veniamo a questa prima giornata con la presenza nel gazebo, ormai sempre più capiente, sia delle belle offerte di Zwilling Ballarini, sia delle due marche di riso che accompagnano questo circuito: Riso Buono da anni, Riso Testa da quest’anno e poi i salumi Nobili di Giarola e i formaggi Montebore con Ezio e Milena di Cascina Boschetto.
A gara finita si passa sempre alla premiazione e si mette a punto la giornata del lunedì, fulcro di questo circuito che porta chef della zona e non solo, a calcare i green del golf per poi sbizzarrirsi sulle pentole e fuochi della cucina del ristorante annesso.
A Modena Golf & Country Club la conduzione della ristorazione è cambiata, sono entrati nomi nuovi, per la ristorazione, perché per i modenesi il nome di Luca Cantagalli non è sconosciuto. Infatti come dice wikipedia : è un allenatore di pallavolo ed ex pallavolista italiano, di ruolo schiacciatore, tecnico in seconda del Modena.
Di pallavolo non me ne intendo, ma quando l’ho visto ho capito subito che il nomignolo Bazooka che gli davano doveva starci giusto. Lui nel suo cv di medaglie ne ha prese proprio tante. Ora con la moglie Simona e il figlio Marco, anche lui giocatore, tutti altissimi, si sono inseriti in questo comparto verde portando avanti, con una brigata di cucina con a capo il cuoco, un siciliano doc Vincenzo Trobia, il ristorante Ferro#Dieci e con Paola Diacci, quale sommelier.
Chef in Green ha il suo format e devo dire sempre valido per cui la giornata è stata piacevolissima, pur con il meteo che dava pioggia mentre nel cielo splendeva il sole.
Abbiamo accolto con la mascherina logata Samuele Savioli, Chef del Ristorante omonimo di Sassofeltrio, tra Pesaro e Urbino, e il suo aiuto Dorotea Mariotti, Fabio Mauro Tommaso Gallo e Fiammetta Frambosi, anche lui detentore di tante medaglie, ma nelle gare internazionali di cucina, entrambi arrivati da Rimini. Quindi Fabio Fraulini, che nel centro storico di Vignola, poco distante da Modena, ha la sua pasticceria Tola Dolza. [in dialetto emiliano è un monito per dire: stai calmo o vai piano, oppure non impegnarti troppo. Va da sé che è proprio il dolce ovvero lo zucchero che viene tirato in ballo per spiegare di addolcire ciò che stai facendo quindi rendere tutto più armonioso, gentile e rilassato].
E all’interno del Ristorante Ferro#Dieci lo chef Vincenzo Trobia.
La sera, come da format, prima della presentazione di ogni piatto gli chef vengono presentati ai commensali e loro raccontano il piatto.
Tutti gli chef che devono poi cucinare, quando arrivano portano una grande scatola di frigolit nera dove hanno tutto il loro prodotto pronto o quasi per il piatto da fare o solo comporre per la cena.
Quindi appena arrivati li portiamo prima in cucina a fare conoscenza con lo chef che finora hanno sentito telefonicamente o tramite altri canali, poi desiderano subito uscire dalla club house per dare una prima occhiata al golf, a questo verde con alberi di tutti i tipi e a conoscersi, se non erano già amici.
Arriva poi anche Andrea De Poli che ormai il golf di Modena lo conosce già, essendoci stato anche lo scorso anno, ma quest’anno tocca a lui fare il piatto del pranzo.
È bello vedere come si integrano subito nel verde, come s’interessano alla lezione sul putting green e ci stupisce subito questa loro attenzione. Ma è vero, è anche questa una nuova sfida, ed un buon chef cerca le sfide!
Il gazebo ora è vivo, si assaggia, si discute, i vini arrivati si versano e dopo la lezione Simona e Luca hanno allestito in terrazza, due bei tavoli per poter gustare il piatto che Andrea De Poli, chef di Punto Gusto di Vicenza, ci ha preparato con il Riso Testa Baldo Riserva.
Il bis ormai è d’usanza e poi un assaggio di salame nobile di Giarola e di Montebore abbinato all’acqua Lurisia ed al vino di L’Autin creano un pasto adatto a partire per fare nove buche.
Dichiarati a tavola gli abbinamenti con i giocatori locali si parte due team alla volta, un giocatore e uno chef o un produttore, già perché ormai anche loro desiderano fare lezione di golf e giocare a golf.
Per chi è giocatore precisiamo che la formula prevede un conteggio colpi medal per i giocatori e per gli chef per avere una graduatoria e valutare il migliore. Il giocatore fa i colpi sino al green e quindi cede il suo putter allo chef che deve mandare la pallina in buca con il minor numero di colpi possibili. Quindi i compagni di gioco possono dare le linee, indirizzarli e loro s’impegnano al massimo, offrendo degli score che vorremmo a volte avere anche noi giocatori.
Alla partenza foto d’obbligo e poi…via, ci si ritrova al rientro. Sappiamo che rientrano sempre tutti entusiasti, perché è una bella esperienza.
Un po’ di riposo e poi alcuni di loro abbandonano la tenuta golfistica e vestono la loro giacca da chef e si insediano in cucina per preparare la cena, mentre i commensali si apprestano a prendere posto a tavola.
S’inizia con un antipasto preparato da Samuele Savioli del Ristorante Savioli di Sassofeltrio, interessante e fatto di tre piccoli bocconcini che sprigionano note in crescendo: dalla finanziera al nero di seppia con robiola e salmone affumicato, lampone e timo, al cake mediterraneo con acciughe, capperi, pesto decorato con philadelphia e germogli di barbabietola, sino al savarin di olive con crema pasticciera salata al Parmigiano Reggiano 24 mesi e verdure salate. Un bel tris! in abbinamento ad un Eli Brut , lo spumante di L’Autin, un Pinot Nero 50%, un Chardonnay 40% e 10% autoctono, metodo classico e affinamento in miniera.
Si passa poi al risotto Riso Buono Carnaroli con tartare di Mazzancolle e profumi del Mediterraneo e l’aggiunta di una crema di melanzane bianche della zona con leggero fumetto, opera di Fabio Mauro Gallo aiutato da Fiammetta e non solo, perché come sempre in cucina si aiutano tutti, specie loro facendo quasi una piccola brigata per ogni ospite della cucina.
Intanto il direttore di Golf&Gusto e ideatore di Chef in Green in sala, oltre a presentare mano mano gli autori dei piatti, segue con attenzione i commensali, mentre Davide, della ditta dei vini piemontesi L’Autin che vengono affinati in miniera nella zona di Barge, passa per i tavoli a spiegare la composizione. Con il risotto un Ribellius Rosato di vini autoctoni.
Il secondo è opera del siciliano Vincenzo Trobia che ci spiega aver fatto un connubio tra la sua amata terra, la Sicilia e l’ospitante Emilia, con un tonno scottato, patate schiacciate al profumo di lime, cipollotto di Tropea in agrodolce. Il vino un Verbian, un bianco interessante, autoctono agrumato, sapido e molto lungo in bocca.
Mentre tutti degustano il piatto di Vincenzo, in cucina ferve l’impiattamento del dessert di Fabio Fraulini. Il nome sul menu era semplice: “cioccolato d’estate con Passion fruits e pesche”, ma il cioccolato era declinato in vari tipi, da quello bianco, al gianduia, al cioccolato intenso e forte con l’aggiunta dei gusti e profumi della pesca e dei frutti della passione. A questo chiaramente Mauro Camusso, titolare di L’Autin, ha fatto abbinare questo suo “Passi di Gio”, una Malvasia moscata del pinerolese.
La premiazione degli chef e delle coppie che hanno giocato come sempre offre dei risultati incredibili. Se pensate che Fraulini, arrivato tardi non ha neppure potuto fare la lezione quindi, decisamente o il suo compagno gli ha piazzato delle palle vicino alla bandiera, o è geniale non solo nel dessert! È vero che i Pastry Chef come lui sono dei precisini, sta di fatto che in 9 buche lui ha fatto solo 16 putt! Quindi Erny Lombardo, Chef immagine di Zwilling Ballarini, gli ha consegnato il primo premio.
A vincere a coppie ecco il Bazooca che, quindi la stoffa sportiva non gli manca, si è portato via il primo premio in coppia oltre al secondo come numero di putt, seguito da Samuele Savioli e ancora da Erny Lombardo che già alla prima manifestazione aveva vinto.

Ad ogni evento il direttore di Golf&Gusto consegna agli chef che hanno contribuito al menu della cena con un loro piatto un piccolo ricordo da mettere nel loro ristorante.

Poi i premi si sono susseguiti come potete notare dalle foto con l’aggiunta della consegna da parte di Lurisia di una bottiglia Limited Edition ad ogni chef, quella disegnata dallo studio Sottsass e con il tappo di Guzzini.
Mauro, il proprietario di L’Autin ha poi consegnato i suoi premi, delle belle confezioni, ai più meritevoli. Una bella e lunga premiazione!
Ora Chef in Green vi da appuntamento il 21 settembre al Golf Le Rovedine, fuori Milano, dove saremo con tutti i nostri partner ancora una volta per far incontrare la buona cucina con il mondo del golf.

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