E anche a Tolcinasco siamo arrivati!

In sé sarebbe il penultimo anche se, presi dal fatto che ben 26 chef, con relativi ristoranti, si sono iscritti all’evento, creato da Antonio Paolini con l’Adepi, cioè con UnuionFood, AL DENTEWorld Pasta Day, per comporre una squadra “Chef in Green”, beh Golf&Gusto ha aggiunto un ulteriore appuntamento il 9 novembre sempre al Golf Tolcinasco.

Di quello parleremo poi sperando che tutto possa procedere secondo il calendario visto che si sta attenti ai distanziamenti, facili in questi spazi assai grandi. Vi parliamo allora di questo splendido incontro della grande cucina che gli chef hanno esibito durante la giornata e poi nella cena che ha siglato la “giornata diversa” come ormai la definisce l’ideatore del format, passata assieme il 19 ottobre presso il Golf Tolcinasco.

Dal mattino presto sono arrivati, ormai vestiti di tutto punto da golfisti: polo, calzoni, pullover e sneaker.  Gli chef che dovevano cucinare, subito si sono recati nella bella cucina del Ristorante il Tolcino incontrando Tommaso Mandorino, lo chef residente per gli ultimi accordi per poi cucinare.

La giornata prevedeva una lezione di 1 ora e mezza con i maestri della Golf Academy del circolo per apprendere il massimo di quel movimento a pendolo, quella ricerca di lettura del green, quel dosaggio della forza e direzione che sono i fondamenti per poter “imbucare”, cioè mandare la pallina in buca e vincere con il compagno golfista la gara.

Come sempre, dovendo impegnarsi, gli chef e i sommelier presenti nonché i produttori che ci seguono e tutti che desiderano provare, tutti dico, si vogliono mettere alla prova e quindi in team formati da un giocatore ed uno chef o produttore sono partiti all’avventura di 9 buche su questi 110 ettari che ne tengono 27 di buche.

Una bella esperienza che mette a prova la loro concentrazione, ma non nel preparare un piatto, ma nell’usare quello strano ferro putter per mandare una pallina da 42.67 mm con in media dalle 300-450 fossette disegnate per migliorarne l’aerodinamica, che deve entrare da qualsiasi punto del green in una buca dal diametro di 10,8 cm. 

Beh sembra facile, ma come sempre gli chef si applicano e poiché di regola sul green sono permessi 2 colpi per essere in media, abbiamo avuto dei veri exploit perché il vincitore, lo chef Paolo Ribotto, ne ha tirati solo 15 come pure Davide Poirro della L’Autin. Ma i maestri della Golf Academy avevano subito posto degli ottimi insegnamenti e loro tanta voglia di vincere.

Ma andiamo in ordine perché non sia mai detto che i nostri eroi partano in gara senza aver assaggiato nulla, quindi oltre ai deliziosi formaggi Montebore e salumi di Giarolo della Cascina Boschetto di Stazzano (AL) due chef, uno in cucina, l’altro in show cooking, hanno permesso un lunch prima della gara.

Da Milano un Riso al salto Riso Buono Artemide con profumi ed sapori autunnali di Federico Trobbiani del Ristorante Locatelli e dall’altra, su pentole Ballarini, Carlo Zarri, Ristorante Villa San Carlo di Cortemilia, con un risotto Riso Testa Baldo Riserva mantecato all’Eli Brut di L’Autin. Il tutto co un po’ di vino e molta acqua Lurisia per poter meglio distinguere la piccola buca di bersaglio.

Chef Federico Trobbiani
Chef Federriico Trrobbiianii Ristorante Locatelli – MI  – Riso Buono Artemide-  Al salto ai sapori d’autunno

Dopo il piatto di Carlo Zarri e quello di Federico Trobbiani con due qualita di riso diversi, un Riso Baldo Riserva il primo di Riso Testa, un Riso Buono Artemide il secondo una presentazione alla stampa e non solo di questi due piatti appena fatti, uno in show cooking, l’altro in cucina.

Ora è il momento della competizione e sono pronti per confrontarsi, alcuni di loro sui fairways e poi lo faranno in cucina.

Divertiti durante la lezione, rifocillati e andati in campo a far vedere quanto era servita la lezione, al rientro ecco la pausa per girare un po’  tra i corner, farsi fare da Sandor di AgriBerroni uno stecco gourmet, creare nuovi incontri commerciali con i vari produttori assaggiando il Montebore, degustando i vini e i biscotti di farina di riso di Riso Testa.

 

Alcuni smettendo il loro abito da golfista, hanno infilato quello da chef per essere individuati dai golfisti che erano venuti a conoscerli perché già iscritti alla cena serale. È il momento anche per i soci del circolo, che non erano in gara, di poter conoscere i produttori, di partecipare, pur distanziati, alle degustazioni degli ottimi vini di L’Autin e non solo ed incontrare poi a cena, a tavola gli chef e conoscerli nella loro professionalità.

La premiazione è sempre ricca perché ci sono i premi alle tre migliori coppie: un golfista uno chef o produttore, ci sono le classifiche dei migliori chef sul putt, poi il miglior giocatore del circolo, Gianfranco Carbon, questa volta offerto dall’Argentario Golf Resort, il premio al giornalista, e poi a seconda della classifica, visto che i partner sono generosi, si cerca di dare molti regali.

 

Gli chef ricevono sempre un mix di tutti i prodotti presenti offerti dai partner, giusto modo per farli conoscere.

Complimenti quindi alle prime tre coppie di cui, come dicevo, la prima è formata da due chef, uno Andrea De Poli che ha iniziato con noi il secondo anno e che ormai, iscrittosi al golf vicino a casa, ha preso l’hcp ed ora gioca in qualità di chef giocatore e lo chef Paolo Ribotto di Torino al suo terzo Chef in Green di quest’anno, secondi classificati Giorgio Monaco con lo chef Tommaso Mandorino del Tolcino e il produttore Davide Poirro di L’Autin, terzi Gianfranco Carbon, con la chef Pamela Pareti alla sua seconda presenza, vincitrice nel’appuntamento a Lanzo d’Intelvi,  il produttore Ezio Roveta di Cascina Boschetto.

Come funzionava, ogni neofita segna il suo punteggio per cui si può fare una classifica e premiare chef o produttori con premi a loro adeguati offerti da: Zwiller Ballarini, da Trabo o dagli altri partner produttori.

Il putter che viene regalato dal Luigi Palumbo è stato consegnato a Laura Mutillo minor numero di putt della categoria Amici.

Ma il clou, cioè la cena e fra non molto, il tempo che gli chef premiati si cambino e piano piano i commensali vadano al ristorante Tolcino all’interno della Club House, dove tutti i tavoli sono ben distanziati con al massimo 6 commensali.

Al prossimo pezzo.

 

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